Più poteri e più risorse all’Ispettorato nazionale del lavoro. Più scambio di informazioni e dati tra Inail, Ispettorato, Inps e Asl. Sanzioni inasprite per chi vìola le regole sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Sono questi i punti cardine dell’intervento del Governo per aumentare la sicurezza sul lavoro e ridurre gli infortuni (quelli mortali, da gennaio ad agosto, sono stati 722).

Ci sarà un investimento nel personale (1.024 nuove assunzioni, che portano a 2.100 i nuovi ingressi previsti all’Inl) e nelle attrezzature (3,7 milioni nel biennio 2022/2023 per strumenti informatici). Aumenta anche il personale dei Carabinieri che supportano l’attività di vigilanza dell’Inl, da 570 a 660 unità dal 1° gennaio 2022.

In più si punta a rafforzare lo scambio di dati tra gli enti che vigilano sulla sicurezza: il Sinp, il sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro, dovrà diventare una banca dati condivisa. Un passo fondamentale, se si considera che gli ispettori dell’Inl oggi non accedono alle banche dati Inps e Inail: per pianificare meglio i controlli, i dati – ad esempio quelli sulla regolarità contributiva- sono invece essenziali.

Dal punto di vista sostanziale, le modifiche di maggiore impatto per imprese e lavoratori sono rappresentate dalla riscrittura dell’articolo 14 del Dlgs 81/2008, il Testo unico sulla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro : non la rivoluzione che ci si aspettava, ma un inasprimento dei possibili provvedimenti che possono essere adottati per mettere un freno al lavoro irregolare e alle violazioni che possono creare pericolo per l’incolumità del lavoratori.

Sono stati, infine, aumentati gli importi delle somme che dovranno essere pagate dall’imprenditore che si renda responsabile delle gravi violazioni in aggiunta alle sanzioni penali o amministrative già previste dalle disposizioni oggi in vigore.