Per permettere la legittimazione di lavori ormai consolidati negli anni, ma che oggi hanno l’effetto di bloccare la circolazione e la ristrutturazione degli immobili, il Governo sta per presentare in Consiglio dei Ministri un nuovo decreto, c.d. “Decreto salva case”. Si tratta di un condono edilizio ad ampio raggio.

Escludendo l’abusivismo edilizio relativo agli immobili nati abusivamente, la sanatoria permette di regolarizzare i singoli elementi, quali  muri, soppalchi, finestre, nicchie, cornicioni, porte, balconi e tutti quei piccoli interventi che possono spesso rappresentare delle difformità dall’assentito, cioè dai titoli che hanno legittimato i lavori.

Non potranno essere oggetto di sanatoria immobili costruiti dove è proibito costruire.

Irregolarità sanabili
Difformità formali 
  • Difformità che comportano il disallineamento tra il progetto e quanto materialmente realizzato in cantiere; errori di rappresentazione nel progetto che sono stati corretti al momento dell’esecuzione in cantiere e che quindi creano un disallineamento tra il progetto assentito, le mappe catastali e la realtà degli immobili. Per i lavori realizzati prima del 1977 (anno della Legge Bucalossi) non esisteva la possibilità di effettuare varianti in corso d’opera, quindi queste modifiche, anche se rientravano in varianti definite “leggere” o non essenziali, non venivano corrette e oggi creano le difformità.
  • Esempio: una finestra che era sul progetto e poi non è stata realizzata o un cornicione che era di 30 centimetri ma che nella realtà è di mezzo metro.
Difformità  interne
  • Difformità interne non semplicemente formali, come gli spostamenti di tramezzi e le aperture di porte. Prima del 1977 quando si faceva il progetto di un edificio non si presentavano le planimetrie di tutto, ma bastava un “piano tipo”. In fase di realizzazione degli immobili, poi, alcuni elementi venivano modificati. Si faceva un bagno in più, si spostava un tramezzo, si divideva una stanza. Queste modifiche oggi sono altrettante difformità.
  • A questo si aggiunge il caso delle modifiche interne intervenute nei decenni (non sempre dichiarate), con l’effetto di stratificare elementi su elementi che oggi è difficile giustificare.
  • Le tolleranze potrebbero essere rafforzate per quei lavori che l’amministrazione comunale ha esaminato quando ha rilasciato l’agibilità, legittimandoli in qualche modo nonostante la loro parziale difformità.
  • Le tolleranze costruttive, cioè quel margine di errore rispetto a quanto dichiarato che le norme rendono legittimo, sono oggi pari al 2%, ma il livello potrebbe essere incrementato, anche se in modo differenziato a seconda degli immobili.
Difformità gravi
  • Difformità più gravi, non sanabili per effetto del regime della doppia conformità, che richiede il rispetto di un incrocio di verifiche difficile da superare per moltissimi interventi. Si tratta di difformità che potevano essere sanate al momento della realizzazione dell’intervento, ma che adesso non sono più regolarizzabili per effetto del meccanismo della doppia conformità. In base al Testo unico edilizia, oggi possono essere sanati solo gli elementi conformi alle regole del momento di realizzazione degli elementi e del momento di richiesta della sanatoria. È un doppio paletto che il decreto in arrivo eliminerà.
  • Gli sportelli unici potranno subordinare il rilascio della sanatoria a lavori necessari ad assicurare la conformità dell’immobile alle norme in vigore. Potrebbero, ad esempio, chiedere la demolizione di una porzione di immobile, per regolarizzarlo. 

 

Fonte Mysolution